07 Lug Il segreto di chi non teme il fallimento
Qual è uno dei motivi principali dell’immenso successo dei videogiochi?
Divertenti, coinvolgenti, spettacolari… Tanti possono essere i motivi della loro popolarità al giorno d’oggi, ma c’è un elemento che accomuna qualsiasi genere di videogioco e che lo rende ancora più bello: se perdi, puoi ricominciare.
Il fallimento è fittizio. Forse dopo una sconfitta ci arrabbieremo per il tempo trascorso invano, ma a parte questo nella tua vita non è cambiato nulla.
Nei videogiochi il rischio di aver fallito non esiste veramente.
Nella nostra vita invece sì.
I videogiochi sono una forma di evasione anche per questo motivo.
Nella realtà invece dobbiamo affrontare continuamente piccole e grandi scelte. Quando poi prendiamo decisioni che influenzano il nostro futuro e le nostre relazioni, in caso di errore le conseguenze negative possono essere notevoli. Dovremo farci i conti, senza poter tornare indietro al punto di salvataggio o ricominciare la partita.
Sappiamo che non possiamo prevedere il futuro, perciò è inutile fasciarsi la testa prima di rompersela.
Tuttavia, anche quando abbiamo fatto un’analisi razionale della situazione, la paura inconscia di sbagliare, di fallire, di perdere, può portarci all’indecisione.
Può portarci alla paralisi.
Col rischio di non cogliere delle opportunità, forse di non cogliere perfino l’occasione della vita.
Imprigionati dalla paura, potremmo non salire su quel treno che si ripresenterà chissà quando.
LE TRE PAURE DIETRO LA PAURA DI FALLIRE
Che si tratti di una decisione importante come il compiere un investimento finanziario, di iscriversi a un corso affascinante e promettente ma costoso, oppure che si tratti di una decisione piccola come comprare un nuovo prodotto, in ogni caso non vi è in ballo solo il rischio di aver perso soldi o tempo.
Infatti, oltre a questo legittimo timore, ci sono tre paure, capaci di ostacolare le nostre scelte:
- La paura della critica.
Cosa penseranno gli altri delle mie scelte? Mi rimprovereranno? E Se faccio una cavolata mi daranno tutti dello stupido? Rideranno di me?
L’opinione e le aspettative delle persone rischiano di diventare un peso schiacciante per la nostra mente. Come nel caso di quegli atleti che, gareggiando ai massimi livelli, dichiarano di soffrire di stress mentale e a volte si ritirano. Infatti, oltre a questo legittimo timore, ci sono tre paure, capaci di ostacolare le nostre scelte:
- La paura dell’umiliazione.
A nessuno piace fare una figuraccia, né scoprire di avere torto. Ancora di più però, non ci piace che il nostro insuccesso possa essere di dominio pubblico.
Allora il nostro inconscio ci suggerisce di non agire. Meglio non esporsi.
Quante volte invece ti è successo di dubitare delle tue possibilità, di mollare dopo pochi tentativi, senza pensare che alla volta successiva il tesoro l’avresti trovato?
- La paura del successo.
Sembra paradossale, ma può accadere che inconsciamente non desideriamo davvero di raggiungere il nostro obiettivo. Ottenere qualcosa di importante significa cambiare la nostra vita, mutare la nostra zona di comfort.
L’inconscio non vuole prendere nuove abitudini o nuove responsabilità.
Potrebbe infatti accadere di pensare inconsciamente “E se poi la ragazza a cui mi dichiaro mi dice “sì”? Avrei adesso una relazione, e non si gestisce certo da sola!
Inoltre al nostro inconscio piace parlare alle persone dei nostri sogni e lamentarsi degli ostacoli, così da ricevere sostegno e attenzioni.
Se poi otteniamo davvero quello che volevamo, tutto questo svanisce.
Queste paure sono dunque legate alla relazione che la nostra mente ha con sé stessa e con le persone che ci circondano.
Ma proprio nella nostra mente risiede il segreto per superarle.
AFFRONTARE LE SFIDE COME UN BAMBINO
Ogni sfida va affrontata col giusto atteggiamento mentale, ma a volte bisogna semplicemente tornare ad approcciarsi al mondo attorno a noi con la mente di un bambino.
Questo non significa comportarsi da stupidi o incoscienti: non avere paura di fallire non significa giocare in borsa senza sapere come funziona la finanza. Occorre sempre ragionare su quello che si fa e analizzare i pro e i contro, benefici e rischi, in modo da prendere decisioni consapevoli. Rimaniamo sempre responsabili delle nostre azioni.
Pertanto, tornare bambini vuol dire affrontare le cose con curiosità, meraviglia, entusiasmo. I bambini, infatti, non si fanno problemi a fare domande, non temono di apparire “ridicoli”, non hanno paura di lanciarsi.
In una tale condizione, il giudizio delle persone non esiste e l’inconscio è travolto da un’energia positiva, perché siamo il protagonista del film, tutta la pellicola ruota attorno a noi e il mondo è il nostro parco giochi.
MANTENERE L’ENERGIA DEL BAMBINO
Tornare bambini ci permette di avviare il motore della nostra macchina: una volta in moto dobbiamo assicurarci di non perdere velocità. Il modo per farlo è non distrarsi dalla guida, ovvero tenere traccia di quello che sta accadendo.
Infatti monitorare l’andamento delle nostre azioni e dei nostri risultati (per scritto) permette anche di analizzare la situazione e di correggere la rotta con nuove decisioni. Oltretutto, tra la fase di analisi e di correzione potremmo chiedere consigli anche a persone di fiducia e con più esperienza di noi.
MA SE POI FALLISCO PER DAVVERO?
L'unico vero fallimento è il fallimento giuridico, gli altri sono passi verso il successo
Paolo Mattia Palazzolo
Tutte le grandi scoperte scientifiche e non solo sono avvenute per prove ed errori.
Siamo abituati a considerare i fallimenti come uno “sbaglio”, ma lo “sbaglio” parte già dalle parole che decidiamo di usare.
Se invece di chiamare gli errori “sconfitte” o “fallimenti” li chiamiamo “risultati non voluti”, ecco che avremo una nuova prospettiva: c’è sempre un risultato, ovvero c’è sempre qualcosa da cui trarre una lezione, un’esperienza.
Il fallimento fa parte del percorso per arrivare al successo.
Giulio Cesare nel suo racconto della Guerra Gallica non ha potuto negare di aver perso a Gergovia, ma probabilmente quel fallimento ha dato un importante contributo all’elaborazione della strategia per l’assedio di Alesia.
Il suo avversario invece, Vercingetorige, ha sopravalutato la vittoria, finendo poi intrappolato ad Alesia, dove è stato sconfitto definitivamente.
Così la Gallia è diventata parte del dominio di Roma.
Il fallimento, dunque, può essere positivo se sappiamo gestirlo. Anche in questo caso occorre analizzare la situazione superando il momento di abbattimento emotivo. Di nuovo, l’atteggiamento della nostra mente fa la differenza:
Sbaglio. Non mollo. Imparo. Applico.
Con questi pensieri e azioni la nostra mente ci aiuterà a passare da un risultato “non voluto” a un risultato “voluto”.
Conosci la storia di Mel Fisher che ha scelto di applicare con tenacia tutto questo?
Se la risposta è no allora abbiamo ciò che fa al caso tuo: il nostro articolo di blog “Il tesoro esiste!“.
IL VIDEOGIOCO DOVE NON AVERE PAURA
Una tipologia di videogiochi è quella dove il giocatore interpreta un personaggio in prima persona e interagisce col mondo virtuale, compresi i personaggi di altri giocatori.
Se ci limitiamo a questa descrizione non appare poi tanto diversa dalla realtà.
Come dicevamo all’inizio però, in un caso parliamo di una finzione, nell’altro della vita.
Tuttavia, se torniamo ad essere un po’ bambini, se pensiamo alle persone a noi vicine come dei compagni di squadra e non ci scoraggiamo di fronte agli ostacoli, anche la vita potrà diventare una partita, in cui non abbiamo paura di perdere, ma che semplicemente scegliamo di giocare con tutti noi stessi.
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